Quella maledetta televisione…

Per quanto sia scandaloso che in questo paese un quotidiano riceva finanziamenti pubblici per fare propaganda politica per un partito (uno o l’altro non fa differenza, parliamo di gente che difende l’indifendibile indipendentemente dalla bandiera politica), dobbiamo fare i conti più salati con quella scatola maledetta. Eh si, perchè andare in edicola a comprare “Il giornale” o “L’unità” nel 2013, nell’era di internet, può essere un privilegio non per tutti (deficenze della copertura ADSL nazionale permettendo), ma premere quel tastino sul telecomando è, ahimè, ancora veramente semplice. Ora, se io mi dirigo dal giornalaio ad acquistare “Il foglio” o “La repubblica” lo faccio pienamente consapevole che quel supporto cartaceo ha la stessa credibilità della carta da culo, quindi ci penso bene prima di tirare fuori gli spiccioli dalla tasca. La TV invece, ha questo magico potere di penetrare nella tua testa per diffusione, e per quanto tu possa provare a resistere, lei raggiunge il suo scopo. Sempre. Anche su di me, un irriducibile, costretto però a tendere l’orecchio da un capo all’altro di casa mia per carpire anche il più piccolo frammento di questo o quel telegiornale; e lo faccio lo stesso, istintivamente, anche se sono pienamente consapevole che la missione di queste persone è raccontare solo ed unicamente balle. Questo è più che sufficiente, lo scopo è raggiunto perchè la balla, balla o non balla, esiste ed è pedina sulla scacchiera. Perchè ormai in questo paese, ognuno di noi è mitragliato ogni santo secondo della sua vita dai pareri di qualcun’ altro. Ieri. Oggi invece, alla luce del fatto che siamo nel caos informativo più totale, non sono nemmeno più i pareri il motivo del dissidio e stiamo assistendo solo ed unicamente ad un reciproco e vicendevole lancio di escrementi ideologici all’interno di una stessa cerchia di signori, comprendenti politici e giornalisti (se così possiamo definirli, in entrambi i casi) che ci viene puntualmente servita su un TG5 d’argento (pardon TG1 et al). L’accanimento disinformativo è stato, negli ultimi 20 anni, in crescente ascesa, esattamente negli stessi anni in cui il giocattolino dei colletti bianchi ha iniziato a sfasciarsi: l’autista sta perdendo il controllo dell’auto, perchè pensa di governare il modello 2013 come quello 1985…beh mi sembra evidente che quattro soubrette e un paio di omosessuali non possono considerarsi cambiamento generazionale (con tutto rispetto, io sono gay e mia madre…ecco avete capito).
Insomma è veramente frustrante vedere persone parlare del salvataggio del nostro paese nei programmi della Barbarella sul 5 mentre tutti i telegiornali sono ridotti a rotocalchi…qualcosa si salva al di fuori di quei 6 maledetti canali, ma è veramente poco.

E’ inevitabile che tutti abbiano le proprie idee, sogni, pensieri, anime politiche, e nessuno, dico nessuno, può pensare di prevaricare nemmeno la più piccola idea del più insignificante cittadino di questo paese, ma oltre ad una sincera riflessione sulle grandi coalizioni politiche attuali, vi chiedo veramente di osservare questi giornalisti come se fossero scimmie in una gabbia, perchè rispetto alla vera informazione non sono nulla di più. Mantenete pure le vostre attuali ideologie, ma fatelo da persone libere di pensare e spegnete la TV!

Ho deciso di scrivere di questo argomento perchè di recente sto affrontando il lavoro di Anna Politkovskaja, nota giornalista russa (giornalista vera, mica Giorgino&Bonamici) assassinata misteriosamente nel 2006 per i suoi scomodi articoli sul governo in relazione alla Cecenia. E dato che in questo paese ci sono svariati anziani da ricovero che si riempiono la bocca (e i simboli elettorali) della parola “libertà” volevo proporre alcuni estratti dal libro “Proibito parlare”, Mondadori, 2007.

“Tanto non si otterrà nulla”. […] Mi imbatto in continuazione in persone così. Vengono al giornale ammettendo che pensavano che quelle degli altri fossero storie esagerate. Per questo si limitavano a leggerle, senza ribellarsi. Ma ora è successa la stessa cosa a loro, capiscono tutto e hanno bisogno di aiuto. E’ davvero strabiliante: viviamo in una società incredibilmente qualunquista. Tutto appare fiacco e svuotato dentro di noi, a parte quando si parla di soldi. E così il potere può fare ciò che vuole. Certo, tanto usare una metafora, noi non abbiamo un re che, in segno di solidarietà coi cittadini oppressi, è disposto a uscire con la stella di David cucita sul petto. Ma non abbiamo nemmeno migliaia di cittadini pronti a resistere al suo gesto.

[…]

“L’impostazione che stanno dando […] è evidente. La gente non ci crede più e hanno cominciato ad inventarsi i colpevoli da soli”.[…]Cominciano a circolare mezze bugie-mezze verità. […]L’inchiesta, infilando la propria versione dei fatti, mettendo in giro voci inammissibili, aizza le vittime una contro l’altra e le spinge a deviare la ricerca sempre più lontano dalla verità.

[…] il potere si è impegnato a sostituire le tesi, a rimescolare le carte. E così lo squallore si è trasformato in vigliaccheria: colpiscono chi ha sofferto usando quanti hanno provato lo stesso tormento. E, aizzando gli uni contro gli altri, fanno uscire dal gioco le domande sulla vera identità dei colpevoli.[…]Nessuno può essere accusato […].

Questo diceva la Politkovskaja della Cecenia, di fatto una dittatura. Le analogie col nostro paese sono troppe, per considerarci lib…